L’ascolto nelle Arti Marziali tradizionali cinesi
L’Ascolto (Tīng Jìn, 听劲) nelle Arti Marziali tradizionali cinesi svolge un ruolo essenziale. Sebbene i concetti di Ting Jin e Tong Jin (Tōng Jìn, 通劲) siano principalmente associati alla pratica del Tui Shou (tuī shǒu, 推手) e quindi prevalentemente legati al Taiji Quan, uno studio serio di un qualsiasi altro stile non può discostarsi più di tanto dall’idea dell’Ascolto, data la sua importanza sia marziale che in termini di benefici alla persona e alla sua salute. Ci è capitato a tal proposito di imbatterci in un testo di Eric Baret, autore che ci era sconosciuto, ma che descrive in modo davvero esaustivo e bellissimo l’importanza dell’Ascolto nella sua disciplina (lo Yoga). Non ci deve stupire che questa sua descrizione si adatti perfettamente anche alla pratica del “nostro” Ting Jin.
Ascoltare per ascoltare
Analizzeremo ora il testo di Eric Baret, praticamente frase per frase, per sottolineare le analogie con la pratica del Ting Jin.
Il tentativo dello yoga di ascoltare un oggetto non mira ad un ascolto puro della percezione, il che non esiste, ma lo spostamento dell’accento è da ciò che è ascoltato all’ascolto stesso.
In questo esordio, l’autore evidenzia come nello yoga l’ascolto del suono non sia finalizzato al migliorare la percezione del suono di per sé. Il suono è solo uno strumento, su cui ci concentriamo per migliorare la capacità di ascoltare (l’ascolto stesso). Nel Taiji Quan e nel Tui Shou si procede allo stesso modo. Si ascolta il corpo con la finalità di migliorare la propria capacità di Ascolto e integrarla nell’intera pratica: dal riconoscere il vuoto e pieno all’interno di una sequenza di movimenti (tao lu); al riconoscerlo nell’avversario durante il tui shou o il combattimento.
L’oggetto dell’ascolto nelle arti marziali
Per ragioni pedagogiche e pratiche, bisogna prima ascoltare qualcosa, ma siccome non è messo nessun accento su ciò che è ascoltato, l’oggetto è sentito libero da ogni relazione psicologica.
Sarebbe troppo difficile lavorare sull’Ascolto di per sé fin dall’inizio, per questo l’Arte Marziale ha optato per usare come veicolo di ascolto il corpo. Come sottolineato dal testo, in questo tipo di Ascolto non c’è nessun accento su “ciò che è ascoltato”, nel caso dell’Arte Marziale tradizionale cinese infatti si limita alla percezione di vuoto e pieno, senza giudizio o aspettativa. Per questo “l’oggetto ascoltato è libero da ogni relazione psicologica”. Alleniamo la nostra capacità di Ascoltare la realtà per come la percepiamo, come pura constatazione, senza caricarla di filtri di alcun tipo. Il passaggio dall’Ascolto del corpo all’Ascolto vero e proprio è spiegato nei versi successivi.
La scomparsa dell’oggetto ascoltato
Quando una percezione si lascia senza attesa, essa si dispiega naturalmente. Tutto ciò che si esprime, non può che morire.
Nel presente, la percezione di vuoto e pieno dura un’istante. Può protrarsi “nel tempo” solo nel momento in cui il nostro ricordo o la nostra aspettativa le permettono di perdurare dentro di noi. Per intenderci, il nostro discorso interno potrebbe darle sostanza nel momento in cui pensiamo a come sarebbe potuta essere, a com’era, a come avremmo voluto che fosse o cosa noi avremmo potuto fare in quel momento. Ma nel momento in cui tutto questo viene meno, ed è uno dei presupposti sottolineati nel paragrafo precedente. La nostra percezione si “dispiega naturalmente” e nasce e muore in quell’istante. Quello che resta siamo noi, nell’intento di Ascoltare. Ma anche questa è solo una fase di transizione, che ci porterà ai concetti espressi nel prossimo paragrafo.
La scomparsa di chi Ascolta
Siccome non può esserci oggetto senza soggetto, quando l’oggetto percepito si dissolve, nello stesso istante il soggetto che percepisce scompare. Regna l’ascolto, niente è ascoltato e nessuno ascolta.
Per comprendere davvero queste righe bisognerebbe aver sperimentato la condizione di Ascolto descritta. Per ora ci basti capire che allenare la nostra capacità di Ascolto ha come fine ultimo raggiungere quella condizione in cui regna il puro Ascolto. Superando quindi anche la percezione di sé e diventando completamente ricettivi. Ne “Il segreto del fiore d’oro” troviamo il seguente verso:
Ascoltare significa prestare orecchio a ciò che non ha suono, guardare significa fissare lo sguardo su ciò che non ha forma [1].
La finalità dell’Ascolto nelle Arti Marziali tradizionali cinesi
L’ascolto del corpo è dunque un pretesto che mira a familiarizzarsi con il lasciar vivere e morire le percezioni.
Abbiamo visto quindi che l’ascolto permette di lavorare su giudizi, attaccamento e presenza. In particolare, Catherine Despeaux ci indica come possiamo accorgerci di aver iniziato a sviluppare una buona capacità di ascolto:
Nel dispiegamento di questa forza si affina sempre più, non soltanto la percezione del proprio corpo, ma anche la percezione dell’avversario e dello spazio nel quale ci si muove, fino al punto da percepire l’aria come dell’acqua: anche il minimo spostamento d’aria diventa percepibile [2].
Percepire vuoto e pieno da un solo punto di contatto
Inoltre, riportiamo anche questo breve testo della stessa autrice che spiega perfettamente una delle capacità che si arriva a sviluppare:
Per esempio, nel tuishou, “spinta delle mani”, quando i due avversari sono in contatto mediante le mani o gli avambracci, deve bastare questo unico punto di contatto per percepire i movimenti dell’intero corpo dell’altro, poiché il minimo movimento d’un muscolo rivela il movimento generale dell’intero corpo e la sua direzione, così come il minimo spostamento di una parte del corpo implica il corpo intero. In tal modo il praticante ben allenato diventa capace di indovinare l’intenzione dell’avversario, tramite quel solo punto di contatto, prima ancora che l’intenzione venga concretizzata in movimento, e riesce così ad anticipare d’una frazione di secondo il suo attacco [2].
L’Ascolto (Ting Jin) e l’intuizione
La capacità di “indovinare l’intenzione dell’avversario” non è nient’altro che una manifestazione dell’Intuizione. L’Ascolto, la ricettività, permette di accogliere proprio le intuizioni, non solo ovviamente all’interno di un contesto marziale. Donare nuovamente importanza all’Ascolto, in un mondo dominato dalla vista è uno dei fini che si sono posti i grandi Maestri di Taiji Quan:
Talvolta l’allenamento viene effettuato ad occhi chiusi, onde evitare d’essere disturbati dal mondo esterno e dalle sue immagini; ciò permette di essere ben concentrati sulla sensazione. Nelle nostre culture, l’uomo ha sviluppato le facoltà visive a svantaggio delle sensazioni; i maestri di Taiji Quan cercano di sviluppare, o più esattamente riattivare, proprio queste sensazioni latenti [2].
L’Ascolto (Ting Jin) nell’applicazione delle tecniche
Per quanto riguarda l’importanza dell’ascolto nello specifico ambito delle applicazioni marziali, riportiamo le parole di Chen Yu:
Prestiamo attenzione a questi punti: in primo luogo è fondamentale ting jin (ascoltare e misurare la forza dell’avversario. Tutti gli utilizzi del Taijiquan dipendono principalmente da ting jin, per cui devi prima essere certo del percorso del jin. Se non sai “come” ascoltare o non sei in grado di ascoltare con precisione il percorso jin dell’avversario, tutte le tecniche sono inefficaci [3].
La frase conclusiva è emblematica: senza l’Ascolto tutte le tecniche sono inefficaci. Solo la capacità di Ascoltare ci permette di Intuire la tecnica migliore per quello specifico momento. È attraverso l’ascolto che possiamo realmente combattere senza automatismi, come d’altronde vuole tutta la tradizione marziale cinese. Infine, è attraverso l’Ascolto che possiamo trasformare il combattimento in una performance artistica.
L’ascolto nelle arti marziali: la libertà
Lo yoga fa parte delle arti sorte da quel presentimento non concettuale della libertà. Come ogni ARTE, la sua tecnica si colloca nell’ascolto del condizionamento corporale e psichico. L’accento apparentemente messo sul corpo è spesso una cattiva comprensione della prospettiva. Il cuore dello yoga non è il corpo, ma l’ascolto.
In conclusione, ciò che Eric Baret reputa caratteristico di ogni arte, è valido senza ombra di dubbio anche per la pratica del Taiji Quan e delle Arti Marziali tradizionali cinesi in genere. La stragrande maggioranza dei benefici del Taiji Quan, sono connessi con lo sviluppo della capacità di Ascolto (correzione della postura, rilassamento, riduzione ostilità e ansia per citarne alcuni). Per questo motivo non ci stancheremo mai di sottolinearne l’importanza.
Per approfondire
[1] Il segreto del fiore d’oro;
[2] Taiji Quan – Catherine Despeaux;
[3] Chen Taiji Quan – Maestri e metodi;
Perché nelle arti marziali è importante il combattimento;
Con quale obiettivo combattere;
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