Le sei armonie, Liu He
Le sei armonie (liùhé, 六合) rappresentano uno dei principi essenziali nella pratica delle Arti Marziali tradizionali cinesi. Non a caso le abbiamo già incontrate in diversi articoli, tra cui per esempio quello sull’essenza dell’arte, senza però approfondirle come faremo qui di seguito. Le sei armonie, come vedremo a breve, rappresentano una guida fondamentale per il praticante, sia nel lavoro “interiore” che in quello “esteriore”. Come nostro solito, iniziamo quindi da una panoramica generale, per poi entrare nello specifico di ciascuna.
Le sei armonie
Per cominciare, si parla di armonie perché ciascuna ci indica una coppia di elementi che dobbiamo rendere, appunto, armonici. Considerando che armonia deriva dal greco armozein (essere d’accordo, collegare, connettere [1]), stiamo parlando di far sì che ciascuna delle coppie che vedremo “produca la stessa nota”, senza stonature. I due elementi di ciascuna armonia devono quindi collegarsi senza remarsi contro, senza vibrare a frequenze diverse, per andare verso la medesima direzione.
Come accennato nell’introduzione, le sei armonie vengono normalmente suddivise in due gruppi di tre: le tre armonie esterne (wài sān hé, 外三合) e le tre armonie interne (nèi sān hé, 内三合). Inizieremo proprio dalle prime, perché sono più semplici e immediate da comprendere.
Le sei armonie: le tre armonie esterne
Le tre armonie esterne riguardano il movimento del corpo. Per un corretto Shen Fa (shēnfǎ, 身法) è sicuramente necessario farle proprie.
Vediamo quindi quali sono le tre armonie esterne:
- La spalla in armonia con l’anca (jiān yǔ kuà, 肩与胯);
- Il gomito in armonia con il ginocchio (zhǒu yǔ xī, 肘与膝);
- La mano in armonia con il piede (shǒu yǔ zú, 手与足);
Le tre armonie esterne nel dettaglio
In questo caso, possiamo considerare “armoniche” le coppie se il movimento le coinvolge sempre entrambe in modo concorde. Per intenderci, portare in avanti le anche e indietro le spalle non sarebbe armonico. Ma neanche muoverle con una tempistica e un ritmo diversi. La lettura di questo principio può sembrare banale, fintanto che non ci si impegna in un qualsiasi movimento nuovo o non particolarmente intuitivo. Inoltre, spesso è causa di disarmonia provare a comprendere il movimento attraverso la mente analitica, senza lasciarsi guidare direttamente dal corpo. Anche questo può sembrare banale fintanto che non ci si cimenta nella pratica di una tecnica, o perché no, di un qualsiasi altro movimento. Una corretta applicazione del principio legato alle tre armonie esterne permette di coinvolgere sempre tutto il corpo nel movimento e quindi generare la massima forza possibile con il minor dispendio di energie (un corretto Shen Fa).
Le sei armonie: le tre armonie interne
Le tre armonie interne riguardano concetti e principi tendenzialmente più complessi:
- Xin in armonia con Yi (xīn yǔ yì, 心与意);
- Yi in armonia con Qi (yì yǔ qì, 意与气);
- Qi in armonia con Li (qì yǔ lì, 气与力);
Per questo, dedicheremo a ciascuna il giusto spazio, cercando di spiegarle in modo comunque semplice e conciso.
Xin in armonia con Yi
Nell’articolo sul perché nelle arti marziali è importante il combattimento, abbiamo già descritto Xin e Yi. Nella tradizione cinese, con Xin si intende la mente emotiva, associata appunto ad emozioni, sentimenti, desideri e all’elemento fuoco. Simbolicamente, un animale che ben la rappresenta è la scimmia, con i suoi scatti d’umore repentini e imprevedibili.
Con Yi si intende invece la mente meditativa, associata all’intenzione, alla saggezza al corretto discernimento e all’acqua. Simbolicamente, l’animale a questa associato è il cavallo, che una volta addestrato, può portarci dovunque. Armonizzare Xin e Yi significa “spegnere” il fuoco di Xin con l’acqua di Yi. Accordare emozioni, desideri e sentimenti a ciò che realizziamo attraverso la nostra saggezza, il nostro discernimento. Passare dall’infantile, dal capriccio, all’adulto. Come abbiamo visto, il controllo di Yi su Xin, e quindi la loro armonizzazione, è allegoricamente rappresentato dal detto: cattura la scimmia, doma il cavallo.
Se manca la prima armonia interna
La condizione “normale” per molte persone è però rappresentata dal contrario. Non è Yi che controlla Xin, bensì quest’ultima che domina il nostro corpo, portandoci a reagire continuamente agli eventi, a saltare da un pensiero all’altro senza sosta, impedendoci di manifestare realmente l’intenzione. Una scimmia libera e un cavallo selvatico continuamente disturbato dal primate, dunque. In questa condizione, è difficile purtroppo aspirare a grandi risultati nelle prove in cui ci cimentiamo.
Yi in armonia con Qi
Il Taiji è l’unico qi. L’unico qi è Taiji. Quando si parla del corpo, è definito Taiji. Quando si parla della pratica, è definito unico qi. Quando si chiede lo yang, arriva lo yang. Quando si chiede lo yin, arriva lo yin [2].
Prendiamo queste parole di Sun Lutang come base di quanto stiamo per dire. Abbiamo visto anche altre volte che normalmente il Qi viene definito come l’energia che permea ogni cosa. Benché si manifesti in forme diverse, come sottolinea Sun Lu Tang, in realtà è una sola: l’Uno, il Taiji. Attraverso l’intenzione abbiamo la possibilità di manifestare una forma di questa energia. Armonizzare Yi e Qi ci permette di “avere yang se chiediamo yang”, “avere yin se chiediamo yin”. Ogni movimento deve quindi partire dall’intenzione di manifestarlo, a cui segue poi sostegno del Qi e il “sistema corpo”, nel rispetto delle tre armonie esterne.
Se manca la seconda armonia interna
Senza poter manifestare Yi in modo corretto, non possiamo portare il corpo a seguire la nostra intenzione e pertanto “non arriverà ciò che chiederemo”. Il controllo del corpo ne risentirà considerevolmente, assieme alla nostra prontezza di riflessi, capacità di risposta ed efficacia nell’azione. Un movimento “vuoto”, non sostenuto e non radicato indica una visibile mancanza di questa armonizzazione. L’importanza dello sguardo si evidenzia anche in questo caso, dal momento che guardare “altrove” tradisce una mancanza di intenzione nell’esecuzione di una tecnica.
Qi in armonia con Li
Con Li in cinese si intende la forza, sia fisica che muscolare, l’abilità e la fermezza. Per ricollegarci a quanto detto in precedenza, acquietato Xin possiamo, attraverso Yi sostenuta dal Qi, manifestare la nostra azione sul mondo con Li. Questa non può che essere armonica a Qi e Yi se vogliamo “spostare mille jin con quattro liang”, o 400kg con 400g che dir si voglia. Solo se le tre armonie interne sono presenti e se abbiamo sviluppato una buona capacità di ascolto, siamo in grado di generare Li in modo repentino ed efficace, come ricorda Chen Yu:
La sua forza dovrebbe essere intercettata e neutralizzata precisamente nell’istante in cui viene caricata, e appena prima che essa venga emessa.
Quel breve momento in cui egli sta per cambiare la sua posizione è il momento in cui “quattro liang muovono mille jin”, ed è compiuto in un attimo. Senza una suprema coordinazione del corpo e della mente, oltre a un’eccellente sensibilità, è impossibile farlo [2].
Se manca la terza armonia interna
Troppa energia e sforzo impacciato sono sintomo evidente di una totale mancanza di questa armonizzazione. La forza viene gestita male e se in difetto non ci permette di ottenere il risultato raggiunto, se in eccesso comporta uno enorme “spreco di energie”. Per svolgere un compito che, in una scala da uno a cento, richiederebbe 40 dovremmo invece impiegare 80 o 90. Questo eccesso di forza spesso si traduce in rigidità e, di conseguenza, in poca capacità di Ascolto.
Le tre armonie interne…in un altro modo
C’è un altro modo, per certi versi proverbiale, per esprimere le tre armonie interne:
Yì dào, qì dào, lì dào (意到, 气到, 力到).
Considerando che Dao (dào, 到) in questo caso si può tradurre come “raggiungere”, “arrivare”, possiamo tradurre la frase come:
Arriva Yi, (quindi) arriva Qi, (quindi) arriva Li.
Sottolineando, in questo modo, anche una certa concatenazione temporale tra i tre elementi di cui abbiamo parlato.
Le sei armonie e la posizione San Ti Shi
Come anche Sun Lu Tang sottolinea nel suo libro [3], una corretta pratica della posizione San Ti Shi (sān tǐ shì, 三体式) è un ottimo modo per lavorare sulle Sei Armonie. Questa posizione è comune a diversi stili, ma in modo particolare è caratteristica dello Xing Yi Quan (Xíng Yì Quán, 形意拳) o, non a caso, del Liu He Tanglang Quan (Liù Hé Tángláng Quán, 六合螳螂拳). San Ti Shi è traducibile come posizione dei tre corpi, o tre poteri. L’armonizzazione tra alto e basso, intrinseca alla posizione, è un bellissimo simbolo di ciò che rappresenta.
L’armonia di Yin e Yang e la connessione tra alto e basso, interno ed esterno, sono unificate. Questo (principio, ndL) è conosciuto come “le Sei Armonie”. (…) L’armonia di Yin e Yang genera i “Tre Corpi”, che rappresentano Cielo, Umanità e Terra [3].

Conclusioni
Ancora una volta ci troviamo di fronte a un principio che, se realmente portato sempre “con sé”, potrebbe cambiare completamente il nostro modo di vivere. Senza volerne costringere la validità al solo mondo delle Arti Marziali tradizionali cinesi, le Sei Armonie ci indicano uno stile di vita senza contrasti, capace di seguire il flusso degli eventi e di ottenere sempre il massimo risultato con il minimo sforzo. Forse più di altri principi visti fin’ora, anche grazie alla presenza più esplicita delle armonie esterne, quello delle Sei Armonie è di evidente natura pragmatica: in qualunque azione della vita quotidiana, infatti, è utile mirare a ottimizzare le nostre energie per ottenere il miglior risultato possibile.
Per approfondire
[1] L’etimo di armonia;
[3] Sun Lu Tang, Xing Yi Quan;
Perché nelle arti marziali è importante il combattimento;
L’importanza dello sguardo nelle Arti Marziali;
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