Le quattro dignità del guerriero Shambala
Le quattro dignità del guerriero Shambala sono delineate da Chögyam Trungpa nel suo testo Shambala, la Via sacra del Guerriero. Queste quattro qualità, secondo l’autore, sono esperite da tutti gli esseri umani, ma chi decide di intraprendere la Via del Guerriero dovrebbe riuscire a farle proprie e portarle con sé con costanza. Vediamo quindi quali sono le quattro dignità, partendo innanzitutto dal significato della parola, a scanso di equivoci.
La dignità
In senso comune dignità viene per lo più associato al decoro, alla decenza, con un pizzico di orgoglio. L’etimologia però ci parla di sfumature lievemente diverse [1]:
Dignità: Astratto di degno e in modo concreto Qualità, Condizione, Grado di persona meritevole di rispetto nell’opinione comune; ed eziandio Aspetto maestoso, non che Portamento leggiadro, pieno di grazia, che è quanto si addice a persona o cosa degna.
Pertanto, il parlare di quattro dignità è da intendersi come quattro qualità che si addicono a un guerriero Shambala e che questi dovrebbe maturare nel corso della sua vita. Precisato questo, vediamo subito quali sono le qualità del guerriero Shambala secondo Chögyam Trungpa.
Le quattro dignità del guerriero Shambala: la mitezza
La mitezza è la prima dignità . In questo contesto, mite non vuoi dire essere debole; significa soltanto rimanere in uno stato di semplicità, vivere senza complicazioni restando, allo stesso tempo, disponibili. Sia che gli altri siano ostili o ben disposti, il guerriero della mitezza offre un senso di gentilezza a sé stesso e di compassione agli altri [2].
La mitezza rispecchia la spinta alla bontà che Trungpa evidenzia in tutto il testo. Prerequisito fondamentale è quindi la capacità di vedere sempre il buono negli altri e in tutto ciò che succede. In tal senso, la semplicità si riflette in una grande umiltà e nell’assenza di preoccupazioni (occuparsi di qualcosa prima del dovuto). Secondo Trungpa la mitezza è suddivisa in tre stadi.
Il primo stadio della mitezza
Il primo è che, essendo il guerriero modesto, la sua mente non è mai resa boriosa dall’arroganza corrompente. Essere modesti non significa ritenervi piccoli o minuti [2].
Abbiamo visto che spesso la modestia e l’umiltà vengono fraintese e confuse con la poca autostima. L’umiltà rappresenta la capacità di riconoscere correttamente la propria posizione, senza riconoscersi né più né meno di quello che si è. La modestia della saggezza non è in attesa di riconoscimenti esterni, ma è invece ben consapevole dei propri traguardi e delle proprie qualità. Questo permette di mantenere un sano livello di curiosità verso la conoscenza, sempre volto al migliorarsi e crescere e non a ciò che abbiamo “superato”.
Il secondo stadio della mitezza
Il secondo stadio della mitezza è l’espressione della fiducia incondizionata [2].
Per meglio comprendere questa qualità, Trungpa ci parla di una vecchia tigre che cammina nella foresta. L’animale in questione non è a caccia di una preda, si sta semplicemente spostando, sicura di sé, tra gli alberi e i cespugli. La sua sicurezza le dona dei movimenti estremamente fluidi e aggraziati, quasi come se nuotasse nella foresta. Questo è lo stato di fiducia che dovrebbe maturare un guerriero Shambala. Una fiducia maturata sul primo stadio della mitezza, una fiducia concreta in ciò che realmente siamo, in ciò che sono i nostri reali talenti e che per questo non sfocia mai in superbia.
Il terzo stadio della mitezza
Il terzo stadio di mitezza consiste nel fatto che, non essendoci alcuna esitazione, la mente del guerriero è ampia [2].
In questo caso, l’ampiezza di cui parla Trungpa è un’ampiezza di risultati. Attraverso i primi due stadi si matura la capacità pratica di raggiungere qualsiasi scopo o obiettivo ci si sia posti. La capacità di porsi dei corretti obiettivi, infatti, deriva dall’aver maturato i primi due stadi. A questo punto si può parlare di guerriero della mitezza:
Il guerriero della mitezza ha abbandonato il guadagno, la vittoria e la gloria, lasciandoseli dietro. Non dipendete dalle risposte e dalle reazioni altrui perché non avete dubbi su voi stessi. Non fate conto sull’incoraggiamento e sullo scoraggiamento; quindi, non avete neppure bisogno di sfoggiare il vostro valore di fronte agli altri.
Le quattro dignità del guerriero Shambala: l’allegria
Essere allegri non significa essere rallegrati da situazioni temporanee, ma si riferisce alla cordialità incondizionata che deriva dalla disciplina nel progresso [2].
Conquistata la mitezza, si lavora per ottenere una costante serenità d’animo. Porsi i giusti obiettivi, essere disciplinati e quindi raggiungerli, dona al guerriero Shambala l’allegria di cui parla Trungpa. Il conseguimento di questa qualità, si divide in due stadi. Nel primo si cerca di maturare la capacità di provare serenità senza che sia causata da qualcosa in particolare. Nel secondo si evita di essere bloccati dai dubbi nel proprio percorso. In questo caso si parla di dubbi verso sé stessi, dubbi nelle proprie capacità (valutate grazie alla mitezza). Questi dubbi sono spesso causati da istinti animaleschi, dalla paura di perdere la vita o dalle nostre stesse paranoie. Il guerriero della mitezza, che sviluppa l’allegria, sarà sempre sereno e senza dubbi su ciò che dev’essere fatto nel suo percorso.
Le quattro dignità del guerriero Shambala: la spavalderia
Essere spavaldi non significa essere irragionevoli o, addirittura, sconsiderati. Spavalderia si riferisce in questo caso al possesso della forza e del potere guerriero. La spavalderia si basa sul raggiungimento dell’assenza di paura [2].
Mite e allegro, il guerriero Shambala deve lavorare quindi al superamento della paura. Strettamente connessi alla paura sono gli attaccamenti (ai nostri sogni, ai risultati di ciò che facciamo, alle persone che frequentiamo, ecc). Ancora una volta, il superamento degli attaccamenti fa capolino come uno dei requisiti essenziali della Via del Guerriero. Trungpa sottolinea che l’attaccamento ha gli stessi effetti di un ottovolante, facendoci oscillare tra gli alti e i bassi del nostro umore, allontanandoci da quel centro dove si trova la reale serenità. Senza attaccamenti, il guerriero spavaldo non spera nulla e non teme nulla. Ogni ostacolo viene accettato come prova da superare e, per questo, smette di essere visto in tal senso e scompare.
Le quattro dignità del guerriero Shambala: l’imperscrutabilità
L’imperscrutabilità si divide in due categorie. Nella prima rientra lo stato di imperscrutabilità, e nella seconda l’espressione dell’imperscrutabilità [2].
La prima categoria è strettamente connessa alle precedenti e si manifesta grazie all’assenza di paura. Con quest’ultima vengono sviluppate gentilezza e sensibilità, che permettono di vivere la vita senza compromettersi e con senso dell’umorismo. Uno stato “gioioso e metodico”. La capacità di trovare il “morbido”, il giusto equilibrio tra tensione e rilassamento. La seconda categoria rappresenta invece il modo in cui questo stato si manifesta nel nostro modo di agire. È essenziale essere e incarnare in ogni cosa questo stato, per poter essere un esempio delle sue qualità. Secondo Trungpa non sono altrettanto efficaci le parole, anzi la loro soggettività è in questo caso deleteria. Il guerriero imperscrutabile agisce sul mondo coerentemente al suo stato, con calma, pazienza e senza paura e attaccamenti, per creare un ambiente con le stesse caratteristiche.
In conclusione, donarsi al mondo
L’imperscrutabilità viene dal dare più che dal prendere. Quando date, trovate automaticamente a vostra disposizione ciò che vi serve: così il guerriero conquista il mondo [2].
Soffermarsi un attimo su queste due righe è importante, sia perché richiamano a gran voce ciò che abbiamo visto nel racconto del principe Ren, sia perché rimarcano l’importanza del ritorno nella Via del Guerriero (o viaggio dell’eroe). Offrire al mondo tutte le esperienze che abbiamo acquisito durante il nostro percorso, dopo aver sconfitto le nostre Idre, è ciò che ci permette di ottenere davvero la libertà di vivere nel rispetto, nell’accettazione e nella fiducia.
Per approfondire
[1] Dignità, etimo.it;
[2] Shambala, la via sacra del guerriero – Chögyam Trungpa;
Le cinque qualità del praticante;
Con quale obiettivo combattere;
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