I tre poteri
I tre poteri (sān cái, 三才) rappresentano un simbolo che ricorre spesso nella filosofia cinese e, di conseguenza, nelle arti marziali tradizionali cinesi. La rappresentazione dei tre stati (Positivo-Neutro-Negativo, Alto-Medio-Basso), ricorre in tantissime tradizioni. In quella cinese, più immaginifica, si parla di Cielo, Umanità, Terra.
Prima dei tre poteri: il Qi
Dal momento che ci servirà per comprendere meglio cosa sono i tre poteri, introduciamo qui brevemente un concetto che ormai è abbastanza noto: il Qi (qì, 汽). Volendo solo introdurre il concetto, e volendo appunto essere brevi, possiamo affermare che il Qi è energia.
Il Qi è energia
Vogliamo però riportare anche le definizioni date da Yang Jwing-Ming [1]:
Il Qi è l’energia o forza naturale che riempie l’universo.
e da Sun Lutang [2]:
Il Taiji è l’unico qi. L’unico qi è Taiji.
Per meglio comprendere quest’ultima frase è necessario aver chiaro cosa si intende con Taiji. Inoltre, prendiamo anche in prestito le parole di un famoso personaggio di una saga cinematografica che trasse notevole ispirazione dalla cultura orientale: Star Wars.
La Forza (Qi, ndL) è quella che dà ai Jedi la possanza, è un campo energetico creato da tutte le cose viventi. Ci circonda, ci penetra, mantiene unita tutta la galassia.
Tutto è Qi
Il Qi è quindi l’unica energia che tutto permea e che si manifesta in modi che solo a noi appaiono diversi. Mettendo insieme l’equazione di Einstein, che lega anche la massa all’energia, e il postulato di Lavoisier “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, ci rendiamo conto che la tradizione cinese non era andata poi così lontano dalla realtà con il concetto di Qi.
I tre poteri
Sempre Sun Lutang riporta:
Cielo e Terra sono i principi creativi originari
In tal senso, il Cielo rappresenta il principio creativo attivo (Yang) e la Terra quello ricettivo (Yin). Come spiegato quando si è parlato di Yin e Yang, è bene non attribuire alcun giudizio morale ai due principi.
Il primo potere: il Cielo
È probabile che l’immagine del sole che riscalda la terra, della pioggia che la bagna, del vento che la rimodella abbia portato ad attribuire al Cielo il principio attivo. Come scrive Yang Jwing-Ming, infatti:
Il Cielo (volta celeste o universo) possiede il Qi del Cielo (Tiān Qì, 天气), costituito dalle forza che i corpi celesti esercitano sulla terra, come i raggi solari, la luce della luna e gli effetti di questa sulle maree.
Come ricorda lo stesso autore, ancora oggi in Cina per chiedere “Che tempo fa?” si chiede letteralmente “com’è il Qi del Cielo” (“tiānqì zěnmeyàng?”, ”天气怎么样?”). Il Qi (Energia) del Cielo può anche essere in disequilibrio, in questo caso secondo la tradizione cinese si manifesteranno fenomeni atmosferici più o meno “gravi” quali pioggia, vento, tornado e uragani che sono volti a ristabilirne l’equilibrio.
Il secondo potere: la Terra
Proprio la caratteristica di ricevere dal Cielo la luce, il calore e l’acqua che la rendono fertile e generativa, potrebbe aver portato a riconoscere nella Terra la caratteristica ricettiva (Yin). Anche in questo caso le parole di Yang Jwing-Ming sono chiarissime:
Subordinato al Qi del cielo, il più importante dei tre, si trova il Qi della terra (Dì Qì, 地气), che è influenzato e controllato dal primo: ad esempio, troppa pioggia porterà un fiume a straripare o a cambiare il suo corso; senza pioggia, la vegetazione morirà. I Cinesi ritengono che il Qi della terra sia composto da linee e schemi di energia, come anche dal campo magnetico terrestre e dal calore celato in profondità. Anche queste energie devono restare in equilibrio, altrimenti si verificheranno disastri come i terremoti. Quando il Qi della terra si trova in equilibrio, le piante crescono e gli animali prosperano.
Tra Cielo e Terra
Tra il Cielo e la Terra e influenzati dalle proprietà di entrambi troviamo tutti gli esseri viventi, la cui attività costante è proprio quella di equilibrare questi due tipi di energia. Una funzione che non a caso è assegnata a chi sta “nel mezzo”. Ogni essere vivente corrisponde a una manifestazione precisa, e diversa dalle altre, di quell’unico Qi descritto da Sun Lutang. Disequilibri tra l’azione del Cielo e quella della Terra portano gli esseri viventi ad allontanarsi dalla condizione di benessere.
Infine, all’interno del Qi della terra, ogni persona, animale o pianta ha il suo campo di Qi, che cerca sempre di conservare l’equilibrio: quando questo viene meno, intervengono la malattia, la morte e la decomposizione. Tutto ciò che fa parte della natura, compreso l’uomo, cresce nella sfera d’influenza dei cicli naturali del Qi del cielo e della terra.
Yang Jwing-Ming
Il terzo potere: l’Umanità
È naturale che l’essere umano si sia interessato in modo particolare a comprendere il suo proprio funzionamento. Pertanto, nella tradizione cinese, il terzo potere è assegnato non tanto a tutti gli organismi viventi che si trovano tra Cielo e Terra, ma in particolar modo all’Umanità. È importante comunque comprendere che, benché poniamo maggiore attenzione su di noi, condividiamo le principali caratteristiche della centralità tra Cielo e Terra con tutti gli esseri viventi: siamo influenzati da Cielo e Terra, siamo caratterizzati da un nostro Qi Umano (Rén Qì, 人气) e siamo alla costante ricerca dell’equilibrio, consapevolmente o meno.
A tal proposito Sun Lutang scrive:
L’uomo è nato fra cielo e terra, e la sua natura comprende sia lo yin, sia lo yang. Il suo qi primordiale è unico e indifferenziato.
I tre poteri nella Arti Marziali e nel quotidiano
È importante anche in questo caso trovare delle applicazioni marziali, e quindi del quotidiano, dei concetti che abbiamo appena appreso. La terna insita nei tre poteri, come esposto all’inizio, ci offre una visione schematica di principio che possiamo applicare a qualsiasi cosa: Attivo-Neutro-Ricettivo. Conoscere le caratteristiche dell’Attivo e del Ricettivo ci permette di assolvere al meglio la funzione di riequilibrio tipica del Neutro. La reale capacità di bilanciamento delle energie in gioco richiede necessariamente il riconoscimento sempre e comunque di tutt’e tre; per la qual cosa è necessario come al solito allenare la propria capacità di ascolto. Molti di questi concetti per la loro semplicità possono essere anche scambiati per banali, ma quando si inizia ad applicarli davvero ci mostrano tutta la loro profondità.
I tre poteri: un esempio marziale
Nell’articolo sull’essenza dell’Arte Marziale, abbiamo visto che Sun Lutang considerava i tre poteri come Testa, Mani e Piedi, corrispondenti a Superiore, Mediano e Inferiore. Se volessimo provare ad applicare insieme quanto visto anche a questo specifico ambito potremmo dire che anche in questo caso abbiamo una parte Attiva (Testa), di controllo, iniziativa, intuizione e gestione del combattimento; una parte Ricettiva (Piedi), che deve registrare le variazioni di peso ricercando sempre il radicamento e il corretto spostamento fornendoci stabilità; una parte Neutra (Mani), che si dedica al bilanciamento delle forze in gioco tra noi e l’avversario. Ma si può vedere lo stesso schema anche nella semplice funzione delle tre aree del corpo: il controllo sulla testa, il radicamento sui piedi e il bilanciamento nella parte centrale, dove risiede anche il nostro baricentro fisico.
Per approfondire
[1] Le radici del Qigong cinese di Yang Jwing-Ming;
[2] Taiji Quan di Sun Lutang;
[3] I significati di Dao e di Taiji;
[4] I significati di Yin e Yang.
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