Le sconfitte personali del generale
Le sconfitte personali del generale o, se vogliamo attualizzare questi contenuti, del leader, sono un elenco di caratteristiche della personalità che mai dovrebbero comparire in queste figure. O meglio, possono anche comparire, ma porteranno inesorabilmente alla sconfitta del generale (o alla caduta del leader). Questa lista è tratta da La strategia militare di Sun Bin, che abbiamo già nominato in precedenza. Vediamo, quindi, quali sono queste caratteristiche.
Le sconfitte personali del generale
Sun Bin, nella sua chiarezza lapidaria, ci offre un utilissimo “elenco puntato” delle varie caratteristiche personali che, secondo lui, portano inevitabilmente un generale alla sconfitta. Riportiamo quindi il testo integrale [1]:
Le sconfitte personali del generale sono queste:
Credersi abili, nonostante la sua incapacità.
L’arroganza.
L’ambizione di carriera.
La brama di ricchezza.
La lentezza.
La mancanza di coraggio.
La debolezza, malgrado il coraggio.
La scarsa affidabilità.
La mancanza di determinazione.
La negligenza.
L’indolenza.
L’inclinazione al furto.
L’egocentrismo e l’orgoglio.
Il disordine della propria persona.
Quanto più subirà sconfitte personali, tanto più un generale andrà incontro al fallimento.
Siamo sicuri che la maggior parte delle persone, salvo le più fortunate, troverà molte di queste caratteristiche nel proprio attuale leader. Questo fatto stimola una riflessione che rimandiamo però alla conclusione. Vediamo quindi di analizzare brevemente la lista, punto per punto.
Credersi abili, nonostante la sua incapacità
La spocchia e la superbia portano inevitabilmente a lanciarsi a capofitto in situazioni che in realtà non siamo in grado di affrontare. Salvo aiuti del fato, in questo caso la sconfitta è dietro l’angolo. La capacità di autocritica, e l’umiltà sono alla base del successo di un generale/leader, soprattutto perché la sua disfatta è in realtà una disfatta anche delle sue truppe al seguito. La responsabilità del generale/leader deve essere ancora maggiore perché le sue scelte sono scelte di una collettività. Proprio per questo, la capacità di ascoltare sé stessi oltre al problema che si palesa all’orizzonte è indispensabile.
L’arroganza
Direttamente connessa alla mancanza di umiltà troviamo l’arroganza. Se guardiamo all’etimologia della parola, vediamo che richiama proprio l’idea dell’attribuirsi qualcosa che non ci spetta. Oltre a lanciarsi in battaglie catastrofiche, un generale/leader che manca di umiltà finisce per pretendere dagli altri, e dalla vita, qualcosa che in realtà non gli spetta. Per fare qualche esempio, un generale arrogante potrebbe fare affidamento su alleanze inesistenti e date per scontate, o potrebbe contare su una lealtà che le sue truppe in verità non hanno. È immediato in tal senso, comprendere come mai l’arroganza di un generale/leader porti alla sua sconfitta.
L’ambizione di carriera
Sentiamo che l’ambizione di carriera sia una di quelle caratteristiche, purtroppo, ben viste dalla società odierna. In realtà, l’ambizione di carriera è un modo diverso per descrivere un attaccamento al risultato che il generale/leader non dovrebbe avere. Ambire alla carriera, infatti, potrebbe condizionare o vincolare le scelte di un generale, deviandole da quello che dovrebbe essere lo scopo principale: condurre le truppe alla vittoria (che non necessariamente prevede un confronto, come vedremo anche più avanti). Il romanzo dei tre regni, uno dei classici narrativi cinesi, è costellato di ambizioni alla carriera finite male: generali traditi dalle truppe, uccisi dalle mogli, dalle madri, vittime di cospirazioni di palazzo. Queste ultime poi, se guidate dall’ambizione, spesso finiscono esse stesse per essere tradite, portando alla morte dei cospiratori. La carriera, sostanzialmente, dovrebbe essere un effetto, non il fine di un buon generale/leader.
La brama di ricchezza
Sostituendo la carriera con dei beni materiali, è immediato comprendere perché anche la brama di ricchezza porti un generale/leader alla sua disfatta. L’attaccamento, stavolta, invece che essere rivolto alla fama è rivolto all’oro, ma pur sempre di attaccamento si parla. Un generale che brama la ricchezza è un generale corruttibile. Anche in questo caso, il suo fine non è armonico alla sua figura, ma anzi ne intacca la capacità di fare delle scelte responsabili.
La lentezza
Premettiamo subito, a scanso di equivoci, di non confondere assolutamente la lentezza con la calma. Fare qualcosa lentamente e farlo con calma sono due cose ben diverse. La calma è una condizione fisica e mentale, la lentezza è una caratteristica del pensiero e del movimento. L’allenamento nel Taiji Quan prevede l’esecuzione dei movimenti con lentezza, proprio per lavorare sull’ascolto e sulla calma che ci serviranno quando poi, in combattimento, i movimenti dovranno essere eseguiti con estrema velocità. Un generale/leader lento è un generale che non ha la capacità di adattarsi puntualmente e istante per istante alla situazione. Non ha la capacità di escogitare e intuire stratagemmi veloci, consoni ai repentini cambiamenti del conflitto. In quest’ottica, è inevitabile che la lentezza sia una caratteristica che porta il generale alla sconfitta.
La mancanza di coraggio
Sun Tzu già metteva in guardia su questo aspetto:
Se è certo di morire, probabilmente sarà ucciso.
Se tiene troppo alla vita, probabilmente sarà catturato.
Un generale/leader non può guidare le sue truppe in preda alla paura della morte o della sconfitta. Ma non solo, in questo caso è bello riferisci anche al significato etimologico di coraggio, all’idea di agire con il cuore. Il generale/leader che è incapace di farsi guidare dal cuore e dalle sue intuizioni, non sarà realmente abile nel seguire il flusso e l’evoluzione della battaglia, portando quindi le sue truppe alla disfatta. La scelta coraggiosa non sempre corrisponde alla scelta razionale, mentale. La capacità di osare, di andare oltre ciò che la razionalità ci consiglia, spesso è la chiave per conseguire la vittoria. Una differenza molto bene evidenziata nel confronto tra esseri umani e vulcaniani nella serie Star Trek.
La debolezza, malgrado il coraggio
Importantissima precisazione di Sun Bin: non è sufficiente che il generale/leader sia coraggioso. Se prepararsi alla battaglia e affrontarla senza paura è coraggioso, affrontare la battaglia senza paura e senza preparazione è folle. Anche con le giuste intuizioni, se non siamo in grado di danneggiare il nostro nemico, nessuno dei nostri colpi sarà veramente efficace e, anche in questo caso, diventa inevitabile la sconfitta. Responsabilità del generale/leader è quindi quella di rinforzarsi e rinforzare le sue truppe a 360°. Prepararsi e prepararle fisicamente, emotivamente e mentalmente al confronto. Solo allora delle gesta guidate dal coraggio possono portare al successo. È d’altronde fondamentale che questa preparazione sia, in primo luogo, caratteristica del generale. Come si può altrimenti pretendere che le truppe facciano che il generale non è in grado di fare, o abbiano delle caratteristiche che non possiede?
La scarsa affidabilità
Un generale/leader non combatte da solo, lo fa con le sue truppe. Perché le sue strategie vengano messe in atto in modo corretto le sue truppe devono essere affidabili. Ancora una volta, un generale inaffidabile non può pretendere che le sue truppe lo siano. Un buon generale deve essere responsabile anche in tal senso. Perché le sue truppe abbiano fiducia in lui, e siano disposte anche a rischiare la vita per i suoi piani di battaglia, non può mancare questo presupposto. Le menzogne del generale lo circonderanno di altre menzogne che, se scoperte solo quando ormai hanno avuto i loro effetti, porteranno il generale alla sconfitta.
La mancanza di determinazione
Discorso analogo vale per la determinazione. Un generale/leader senza determinazione non può che avere attorno a sé truppe non determinate. Abbiamo definito la determinazione come la capacità di definire in maniera specifica i limiti d’azione. In tal senso, racchiude sia la capacità di porsi degli obiettivi, sia la capacità di manifestare una volontà risoluta per portarli a termine. Un generale/leader deve essere in grado di pianificare una strategia ben definita, sulla base degli obiettivi che vuole raggiungere. Se lui stesso non crede nella sua strategia, non lo faranno nemmeno le sue truppe. È di vitale importanza quindi che un buon generale/leader mostri determinazione e forza di volontà.
La negligenza e l’indolenza
La negligenza, l’inclinazione a trascurare i propri doveri e l’indolenza, la pigrizia. Per non ripeterci troppo è sufficiente applicare quanto appena detto anche a questi due aspetti per comprendere come mai possano portare alla sconfitta di un generale/leader.
L’inclinazione al furto
Se rivolto a beni materiali, il furto si lega a quanto detto in merito alla brama di ricchezza. La tendenza a rubare può portare il generale/leader a vivere e creare spiacevoli situazioni. Potrebbero incrinarsi delle alleanze o nascere nuovi conflitti. Nuovamente, delle truppe che vedono un generale rubare potrebbero essere spinte a farlo loro stesse, creando anch’esse le spiacevoli situazioni di cui sopra. O, addirittura, potrebbero rubare proprio al generale. Il furto però può essere anche un furto di informazioni. Ne L’arte della guerra, di Sun Tzu, un intero capitolo è dedicato alle spie. Il furto di informazioni è una pratica importante dell’arte della guerra e la spia migliore è quella finge di essere una fedele servitrice del nemico. Il problema di questo genere di spie è che potrebbero veramente patteggiare per il nemico, dando al generale/leader false informazioni. Per questo motivo il loro utilizzo andrebbe ponderato, senza “inclinazioni”.
L’egocentrismo e l’orgoglio
Sia l’egocentrismo che l’orgoglio vincolano la reale capacità di decisione e intuizione del generale/leader. Nel primo caso, anteponendo gli interessi personali alla vittoria il generale potrebbe tradire le sue truppe, perdendo completamente la loro fiducia. Viene in mente come esempio la fuga dalla nave di un noto capitano italiano. In quel caso, preservare la propria integrità prima di assolvere i propri doveri ha portato alle conseguenze che tutti conosciamo. L’orgoglio, nondimeno, potrebbe portare il generale/leader ad considerare scelte strategiche suicide o scartarne di particolarmente favorevoli. La fuga, su tutte, è un chiaro esempio. Un generale orgoglioso inoltre è un generale incapace di riconoscere i propri errori, di imparare dagli stessi e, anche in questo caso, dare esempio di corretto comportamento alle sue truppe.
Il disordine della propria persona
Su questo punto si aprono due differenti considerazioni. La prima è legata alla prima impressione. Un bellissimo detto afferma: “Non hai mai una seconda occasione per dare la tua prima impressione”. Vedremo prossimamente anche un proverbio cinese sul tema. Un generale/leader ha la responsabilità di trasmettere una certa immagine di sé, con l’obiettivo di sfruttare anch’essa a suo favore. Inoltre, la sua immagine dovrebbe trasmettere disciplina e ordine, se queste sono caratteristiche richieste alle truppe. La seconda considerazione, sicuramente più difficile da digerire, è la seguente: può una persona disordinata “fuori” essere ordinata “dentro”? Praticando Tui Shou, pian piano si sperimenta il fatto che le caratteristiche fisiche facciano da specchio a caratteristiche interne. È decisamente improbabile che chi è rigido fisicamente sia estremamente elastico “dentro”. Pertanto un generale/leader disordinato fuori, lo sarà anche dentro, e questo disordine interno lo porterà certamente alla sconfitta.
Le sconfitte personali del generale: Goleman
Colleghiamo quanto detto finora sulle sconfitte personali del generale alle sei tipologie di leader, codificate da Daniel Goleman [2]:
Le sei tipologie di Leadership…
- Leader autorevole, capace di ispirare gli altri con le proprie competenze e caratteristiche;
- Leader consultivo, capace di ascoltare gli altri e unire gli obiettivi dell’organizzazione con quelli del singolo;
- Leader affiliativo, capace di generare fiducia tra i membri del gruppo;
- Leader democratico, capace di generare un senso di collaborazione tra tutti i membri;
- Leader da battistrada, esigente e che spinge al raggiungimento di obiettivi e buoni risultati;
- Leader coercitivo, autoritario più che autorevole.
… e un breve commento
Un buon leader, per Goleman, deve saper alternare a dovere queste tipologie, a seconda dell’occasione che si trova di fronte. Senza entrare troppo nello specifico, le prime quattro tipologie rappresentano dei leader che in tutto o in parte seguono le logiche che abbiamo individuato. La modalità “battistrada”, che Goleman stesso consiglia per brevi periodi, è esigente ma per questo da il buon esempio. L’ultima, invece, salvo casi particolari è da evitare come la peste. Soprattutto perché spesso è foriero di tutti quei comportamenti visti finora che portano alle sconfitte personali del generale.
Le sconfitte personali del generale: in conclusione
Esponiamo infine la riflessione promessa all’inizio del testo. Il testo di Sun Bin viene collocato tra il 475 a.C. e il 221 a.C. Anche prendendo come riferimento l’ultima data, possiamo dire che dopo più di duemila anni è un testo ancora attualissimo. Questo perché la maggior parte dei generali/leader non si interessa alla formazione necessaria alla carica che si ricopre. A tal proposito, il principio di incompetenza di Peter recita:
In una gerarchia, ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza
Probabilmente, l’errore risiede nel nominare leader chi “ha fatto carriera” in un determinato ambito,
senza considerare che questa è una carica che richiede tanto una conoscenza “enciclopedica” della specifica materia ma precise qualità e abilità (es. intelligenza emotiva). Non adatta a chiunque, quindi, ma solo a chi si sia formato e preparato per la stessa, anche aiutandosi con i testi classici.
Per approfondire
[1] L’arte della guerra e della strategia, di Leonardo Vittorio Arena;
[2] Piccolo manuale di intelligenza emotiva, di Daniel Goleman;
Come riconoscere e scegliere un buon maestro;
Zhuangzi, l’Arte di seguire il flusso;
Le cinque qualità del praticante;
0 commenti