Il sogno del miglio giallo

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Il sogno del miglio giallo: Dipinto ritraente Lü Dongbin inginocchiato nella posizione del drago
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Il sogno del miglio giallo

Introduzione

Il primo articolo della Lü Dongbin non poteva che essere dedicato a “Il sogno del miglio giallo” (Huáng ​liáng ​mèng, 黄粱梦): la storia forse più caratterizzante e importante di questo personaggio della tradizione taoista cinese.
Lü Dongbin (Lǚ​ Dòng​bīn, 吕洞宾), non ancora diventato uno degli Otto Immortali, prende la scelta più importante della sua vita di fronte a una ciotola di miglio giallo, in una piccola osteria. Un “aiutino” gli viene dato dall’Immortale Zhong Li (Zhōng Lí, 锺离) e dalla sua magia. Di seguito la prosa della storia, tratta dall’opera teatrale di Ma Zhiyuan (Mǎ​ Zhì​yuǎn, 馬致遠).

Il sogno del miglio giallo

Il Dio del Fiore d’Oriente nota Lü Dongbin

Il Dio del Fiore d’Oriente, custode del registro degli immortali, dall’alto dei Cieli individuò nello Henan Lü Dongbin, uomo dalle qualità giuste per divenire uno degli Immortali, ma distratto dalla bramosia di gloria e potere.
Mandò quindi l’Immortale Zhong Li per riportare Lü Dongbin sulla retta Via.

Lü Dongbin incontra Zhong Li

In quel momento Lü Dongbin, in viaggio dallo Henan, affamato e assetato, si apprestava a entrare nell’osteria della vecchia signora Wang. Mosso dalla sua ambizione, era diretto a corte per farsi finalmente un nome e ottenere una posizione di spicco.
Ordinò un po’ di miglio giallo e in quel momento entrò nell’osteria anche un monaco taoista: era Zhong Li, mandato dal Dio del Fiore d’Oriente a redimere Lü Dongbin.
I due si presentarono e Lü Dongbin disse a Zhong Li che era diretto a corte per sostenere degli esami e avviare la sua illustre carriera. Zhong Li, rimproverandogli di essere attaccato solo alle cose materiali, senza riflettere su quanto il problema della morte e della vita fosse immanente, gli chiese di abbandonare il mondo e seguirlo nella Via, per ottenere la vera Felicità.

Lü Dongbin non ascolta Zhong Li

Lü Dongbin rifiutò seccato, rispondendo che anche come alto funzionario si sarebbe goduto la vita, avrebbe abitato eleganti case, indossato preziose vesti e mangiato cibi prelibati. Senza contare, poi, tutti gli onori e le ricchezze che avrebbe ottenuto.
Zhong Li rimproverò nuovamente Lü Dongbin, spiegandogli che ai suoi occhi era ovvio che lui non fosse per nulla portato per fare il funzionario, ma che fosse, invece, destinato ad intraprendere la Via.
“Gloria e successo sono come eseguire acrobazie su una pertica alta cento piedi!”, gli disse Zhong Li.
Lü Dongbin rispose che ormai aveva lavorato duramente per dieci anni solo per ottenere il suo posto da funzionario, che non aveva nessuna intenzione di cambiare idea e che, siccome era stanco per il viaggio, non aveva più voglia di sentire ancora le farneticazioni di Zhong Li e voleva farsi un pisolino. Così, si addormentò.

Lü Dongbin inizia “il sogno del miglio giallo”

Zhong Li approfittò della situazione modificando magicamente il sonno di Lü Dongbin per farlo durare 18 anni. Al suo risveglio avrebbe conosciuto tutti gli effetti degli attaccamenti materiali che lo allontanavano dalla Via.
Lü Dongbin si ridestò, senza rendersi conto di essere tuttavia ancora nel sogno. Vide che Zhong Li se n’era ormai andato e abbandonò l’osteria.
Passarono 17 anni e Lü Dongbin era diventato comandante in capo dei fanti e dei cavalieri, genero del maresciallo Gao (in realtà Zhong Li che ne prese le sembianze), padre di un figlio e una figlia avuti da sua moglie Cui. Gli era stato assegnato il comando dell’esercito per domare un’insurrezione e prima della partenza lasciò la sua famiglia in custodia al maresciallo che lo redarguì sull’importanza del restare umili e onorevoli, senza cedere alla brama di facili ricchezze, dal momento che queste portano solo sciagure.

Il declino di Lü Dongbin

Cedendo alle insistenze del maresciallo, brindò assieme a lui con del vino, ma per ben due volte si sentì male e decise quindi di far voto di non berne più in vita sua.
Passo qualche mese e, credendolo in battaglia, sua moglie Cui lo tradì con il figlio di un ministro, senza sapere però che Lü Dongbin si era fatto corrompere dalla truppe nemiche e, ritiratosi, aveva già fatto ritorno al suo palazzo. Scoperto il tradimento, montò su tutte le furie contro la compagna minacciando di ucciderla. Venne però fermato, sempre da Zhong Li, stavolta tramutato nel maggiordomo di Lü Dongbin. Neanche il tempo di quietare gli animi, che un messo dell’imperatore annunciò che il tradimento di Lü Dongbin era stato scoperto e per questo era stato condannato a morte.

L’esilio di Lü Dongbin

L’ira di Lü Dongbin mutò in disperazione: ripudiò sua moglie per liberarla dai vincoli che la portarono al tradimento e maledisse il denaro, che l’aveva portato a vivere quella situazione, facendo voto di rinunciare per sempre alle donne e alla ricchezza.
Mosso da compassione, l’imperatore decise di non uccidere Lü Dongbin, ma di trasferirlo nelle terre di confine, nell’Isola degli Sciamani. Bloccato da una gogna, schernito dalla moglie e bastonato dalle guardie, venne scortato verso l’isola portando con sé sua figlia e suo figlio.
Una volta lontani dalla capitale, le guardie liberarono Lü Dongbin, permettendogli di scappare con i suoi figli. Il freddo inverno era però giunto e, freddi e intirizziti, i tre rischiarono di morire vagando per le lande desolate senza una direzione. Zhong Li, trasformato in taglialegna, li soccorse e indicò a Lü Dongbin la strada per la casa di un saggio maestro che poteva aiutarli e ospitarli.

La morte di Lü Dongbin

Arrivati alla dimora del saggio, Lü Dongbin bussò alla porta. Gli aprì una vecchia e lui le raccontò la sua triste storia e la sua decisione di rinunciare per sempre a vino, donne e ricchezze. La vecchia acconsentì a ospitarli, ma avvisò Lü Dongbin che suo figlio aveva un caratteraccio e che ogni volta che beveva diventava un vero e proprio assassino. Lü Dongbin, preoccupato per le condizioni dei figli, accettò comunque l’ospitalità della vecchia donna. Stavolta Zhong Li prese le sembianze del figlio della vecchia e, tornato a casa, fingendosi ubriaco uccise i figli di Lü Dongbin e poi gli tagliò la testa.

Il risveglio di Lü Dongbin

Lü Dongbin si svegliò dal sogno gridando: “Assassino!”.
Si rese però conto di essere ancora all’osteria di fronte alla sua ciotola di miglio giallo e chiese per quanto tempo avesse dormito.
Zhong Li gli rispose che aveva dormito poco ma che aveva fatto un sogno lungo ben 18 anni. Gli rivelò che aveva impersonato il maresciallo, il maggiordomo, il taglialegna e il brigante e che. invano, aveva più volte cercato di metterlo in guardia sulla pericolosità degli attaccamenti materiali. Comprendendo grazie al sogno quanto fossero caduchi la gloria e il potere, Lü Dongbin decise di intraprendere la Via che lo avrebbe portato a diventare uno degli Otto Immortali.

Il sogno del miglio giallo: un insegnamento

L’opera di Ma Zhiyuan è ricca di contenuti e stimola riflessioni profonde. In questa sede ci interessa maggiormente trattare il tema del proprio percorso di vita. Lü Dongbin era naturalmente portato per intraprendere un certo percorso di vita (quello del saggio taoista) ma, accecato dai desideri di gloria e successo, aveva deciso di percorrere un’altra strada. Questo lo rende un personaggio comune alla maggioranza di tutti noi. Non necessariamente veniamo allontanati dal nostro percorso dall’ambizione: potrebbe essere la paura di restar soli, la sicurezza lavorativa, la timidezza, la vergogna. In ogni caso, come Lü Dongbin ci troviamo di fronte a una scelta da fare e una prova da affrontare. Vedendo che non ascoltava i suoi consigli, Zhong Li decide di approfittare del sonno di Lü Dongbin per fargli esperire (forse l’unico metodo “convincente”) le conseguenze della sua bramosia e della sua scelta di allontanarsi dal percorso a cui era destinato.

Il sogno del miglio giallo nella quotidianeità

Dal momento che non tutti sognano nel dettaglio come evolverà la loro vita in funzione delle loro scelte presenti, la cosa migliore da fare è restare in ascolto, come insegnano le arti marziali tradizionali cinesi. Non solo in ascolto dei consigli e dei piccoli indizi che ci vengono dati dall’esterno, ma in ascolto di ciò che c’è dentro noi stessi, di quelle intuizioni ed emozioni che provano a consigliarci e guidarci durante una scelta.
Ascoltare, Ting Jing (Tīng Jìn, 听经), è uno degli insegnamenti principali delle arti marziali tradizionali cinesi e farne tesoro può davvero aiutarci nelle situazioni quotidiane più disparate. Ovviamente, una volta che percepiamo qual è la cosa giusta da fare per noi, dobbiamo seguirla con coraggio come fa Lü Dongbin a fine del racconto, come ci richiede di fare la Via del Guerriero.

Per approfondire

L’opera teatrale tradotta in italiano;
Gli Otto Immortali (Luni Editrice);
Lü Dongbin (Wikipedia);
L’arte di seguire il flusso.

Questo articolo è stato scritto senza utilizzare in nessun modo l’IA.

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