I tre insegnamenti importanti di Banzo
In questo racconto della tradizione giapponese, lo spadaccino Matajuro riceve dal maestro Banzo tre insegnamenti importanti che gli permetteranno di diventare una Maestro di spada eccellente. La cosa curiosa è, come vedremo, che nessuno di questi insegnamenti ha niente a che fare con le spade o con le armi in genere. Vediamo quindi qual è la vicenda che lega questo studente e questo Maestro.
Matajuro e i tre insegnamenti importanti di Banzo
Yagyu Matajuro era figlio del famosissimo Maestro spadaccino Taijima no Kami. Nonostante gli sforzi profusi, l’abilità di Matajuro restava mediocre e il padre, non vedendo per lui un vero futuro come spadaccino, decise di disconoscerlo e non considerarlo più suo allievo. Tuttavia, Matajuro voleva a tutti i costi diventare un Maestro di spada. Decise quindi di provare a diventare allievo del famoso Maestro Banzo, nella speranza di poter così progredire davvero dove fino a quel momento aveva evidentemente fallito. Si recò quindi dal Maestro Banzo nel monte Futara. Non appena questi lo vedi, confermò il giudizio del padre dicendogli che gli mancavano diversi requisiti per poter diventare un bravo spadaccino.
La fretta di Matajuro
“Ma se lavoro duramente, quanti anni mi ci vorranno per divenire un Maestro?” insistette il giovane.
“Il resto della tua vita” rispose Banzo.
“Non posso attendere così a lungo. Sono pronto a sopportare qualsiasi cosa per seguire il vostro insegnamento. Se divento il vostro servitore devoto, quanto tempo ci vorrà?”
“Oh, forse dieci anni.”
“Ma, sapete, mio padre sta diventando vecchio, e presto dovrò prendermi cura di lui. Se lavoro più intensamente, quanti anni ci vorranno?”
“Oh, forse trent’anni.”
“Ma cosa vuoi dire ciò? Prima dieci, ora trenta. Credetemi, sono comunque pronto a sopportare di tutto per padroneggiare quest’arte nel minor tempo possibile!”
“Bene, in tal caso dovrete restare settant’anni con me. Un uomo che ambisce come voi ad ottenere dei risultati non impara molto rapidamente” spiegò Banzo.
“Molto bene – dichiarò Matajuro, avendo infine compreso d’essere biasimato per la sua impazienza – accetto di essere il vostro servitore.” [1]
Matajuro diventa un servo
Da quel giorno, fu imposto a Matajuro di non aver più nulla a che fare con le spade: non solo non doveva più toccarne una, ma non doveva neanche parlare di scherma con nessuno. Inoltre, non poteva guardare gli altri allievi del Maestro Banzo allenarsi con la spada. Per tre anni Matajuro servì il Maestro Banzo in tutti i modi: dal cucinare al fare le pulizie, passando per il giardinaggio e la coltivazione. Matajuro cadde in una profonda tristezza, che tuttavia non lo distolse dai suoi propositi e benché, di fatto, non stesse studiando scherma, continuò a dedicarsi alle attività che gli assegnava il Maestro Banzo.
Le bastonate di Banzo
Trascorsi i tre anni, mentre Matajuro era assorto nei suoi tristi pensieri, il Maestro Banzo sgattaiolò silenziosamente dietro di lui e lo colpì con un fortissimo fendente di boken (la katana di legno). Il giorno dopo, Matajuro subì un altro agguato mentre era intento a preparare il riso. Da quel momento, gli attacchi a sorpresa del Maestro Banzo si moltiplicarono e colpirono Matajuro di giorno e di notte. Questi non poteva far altro che schivare gli attacchi del suo Maestro e per farlo non poteva permettersi un attimo di distrazione.
La fine dell’apprendistato
Alla fine, Matajuro imparò a schivare tutti gli attacchi. Il Maestro Banzo non riusciva più a coglierlo di sorpresa. Erano passati meno di dieci anni quando un giorno, il Maestro Banzo chiamo a sé Matajuro e gli disse che ormai non aveva più nulla da insegnargli.
I tre insegnamenti importanti di Banzo: non avere fretta
“Un uomo che ambisce come voi ad ottenere dei risultati non impara molto rapidamente.”
Il primo insegnamenti importante che Banzo impartisce all’allievo è il non avere fretta. La fretta è sintomo di un forte attaccamento al risultato. Come sappiamo l’attaccamento al risultato non favorisce il suo raggiungimento perché ci pone in condizioni “negative”. Stress, ansia, tristezza, preoccupazione, sfiducia, imprecisione: sono solo esempi di stati emotivi derivate dall’attaccamento al risultato. Per questo motivo la risposta di Banzo passa dai 10 anni, ai 30 anni e poi ai 70 anni nonostante Matajuro parli di voler dedicare un impegno sempre maggiore alla pratica. Con le sue parole mostra solo fretta, per cui la durata dell’insegnamento non può che allungarsi.
I tre insegnamenti importanti di Banzo: la volontà
Immediatamente dopo aver accettato Matajuro come suo allievo, il Maestro di spada Banzo gli vieta, in qualsiasi modo, di avere a che fare con una spada. In questo modo può testare al contempo se l’allievo ha imparato ad essere paziente, se è umile, se ha fiducia in lui e se ha una vera volontà di imparare da lui il suo metodo o, più in generale, testa la sua determinazione e capacità di persistere. E in effetti, nonostante lo sconforto che lo affligge, Matajuro presta servizio senza lamentarsi di nessuna delle attività che gli vengono assegnate dal suo Maestro. I “tempi dilatati” orientali portano la durata di questa prova a ben tre anni. Una durata che riporta alla memoria l’anno intero di fallimenti del principe Ren. Passati questi, Banzo inizia a impartire all’allievo l’insegnamento più importante, che comunque non ha nulla a che vedere con la spada e la sua tecnica.
I tre insegnamenti importanti di Banzo: la presenza
Alla fine dovete dimenticarvi delle tecniche. Più progredite, minori sono gli insegnamenti. Il Grande Sentiero è realmente un non-Sentiero.
Morihei Ueshiba
Abbiamo visto in diverse occasioni l’importanza che riveste, in chi pratica Arti Marziali, la presenza. Banzo lo rende l’insegnamento più importante, al punto che non impartisce nessuna lezione sulle tecniche di spada a Matajuro. Questi, probabilmente, da quel punto di vista era già sufficientemente abile, avendo avuto come suo Maestro suo padre Taijima No Kami. “Più progredite, minori sono gli insegnamenti”. All’impaziente Matajuro mancava forse quello più importante e Banzo gliel’ha impartito a suon di bastonate. Un metodo probabilmente un po’ forte, ma che anticipa un tema che tratteremo a breve, quello dell’incredulità ed esperienza. Banzo ha creato per Matajuro la miglior condizione possibile per avere esperienza della presenza, dimostrando anche di tenere a cuore i motivi che inizialmente lo rendevano frettoloso.
Per concludere, con l’insegnamento più importante
Nella pratica volta a conseguire la maestria in una disciplina non ci sono scorciatoie. Non si può avere fretta, serve tanta volontà e determinazione. Il tempo richiesto a conseguire i risultati sperati può essere accorciato solo fino a un certo punto. L’unico modo perché ciò avvenga, poi, è sottoporsi a delle pratiche più complesse e dedicare alle stesse il massimo impegno possibile (vedi le bastonate e come evitarle). Questo è, a nostro avviso, il vero succo della storia e l’insegnamento più importante che ha impartito Banzo a Matajuro.
Per approfondire
[1] Storie e racconti delle arti marziali della Cina e del Giappone;
Con quale obiettivo combattere?
Le cinque qualità del praticante;
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