Feng Zhiqiang
Feng Zhiqiang (Féng Zhìqiáng, 冯志强) è uno dei Maestri di Taiji Quan più importanti nati nello scorso secolo. Come spesso accade, la storia di questo Maestro sembra svilupparsi sempre al limita tra realtà e leggenda. Tuttavia, vedendo dal vivo certi allenamenti a cui tutt’ora si sottopongono molti praticanti di arti marziali tradizionali cinesi, tendiamo a spostare la linea decisamente dalla parte della realtà.
Alla fine della biografia rifletteremo brevemente sulla sua storia e su quello che ci ha lasciato.
L’infanzia di Feng Zhiqiang
Feng Zhiqiang nacque l’11 Gennaio del 1928 a Hemujing (Hémùjǐng, 和睦井), distretto di Shulu (ora Xinji, 辛集市) nello Hebei (Héběi Shěng, 河北省). Suo padre non fu un praticante di arti marziali, a differenza di suo nonno Feng Laomei (Féng Lǎoméi, 冯老梅) che invece era un artista marziale famoso della tarda dinastia Qing: estremamente bravo a cavallo, dalla forza straordinaria e abilissimo anche con le armi da fuoco. Seguendo le orme del nonno, fin dalla tenera età Feng si dedicò allo studio delle arti marziali tradizionali cinesi. In particolare, lo Shaolin Tongzi Gong (Shàolín tóngzǐ gōng, 少林童子功), insegnato da suo zio Wang Yun (Wáng Yùn, 王运).
Allenamenti da film
Durante gli allenamenti con suo zio Wang, non risaltò solo la sua abilità nello studio dell’Arte ma anche la sua straordinaria forza, probabilmente ereditata anche quella dal nonno, assieme alla passione.
Ad esempio, si racconta che Feng, a soli dodici anni, fosse in grado di eseguire l’esercizio chiamato “La forza uccide le quattro porte” (lì shā sì mén, 力杀四门), che consisteva nel trasportare un masso di circa 200kg attorno al cortile di casa sua.
Lo studio dell’Arte e la sua forza, in tenera età, lo portarono ad amare particolarmente anche il combattimento. Si racconta a tal proposito che fin troppo spesso diede una lezione ai bulletti del suo quartiere.
Questo suo carattere bellicoso, la sua forza e abilità e il fatto che avesse gli occhi grandi gli fecero guadagnare il soprannome di “Tigre dagli occhi grandi” (dà yǎn hǔ, 大眼虎).
Feng Zhiqiang va a Pechino
Anche a causa delle frequenti risse, Feng Zhiqiang a dodici anni venne inviato da dei parenti che vivevano a Pechino (Běijīng Shì, 北京市), per imparare un mestiere. Feng decide di dedicarsi alla riparazione degli elettrodomestici, lavora poi in un negozio di giada e in diversi grandi magazzini. Si stabilizza infine in una fabbrica di fabbricazione e riparazione di trasformatori e generatori.
I suoi parenti vivevano proprio vicino a un famoso Maestro di Tongbei Quan (Tōngbèi Quán, 通背拳), chiamato Han Xiaofeng (Hán Xiǎofēng, 韩晓峰). Feng Zhiqiang studiò con lui per quattro anni imparando, oltre al Tongbei Quan, una serie di esercizi volti a irrobustire i palmi che prendono il nome di “Il Palmo della Sabbia Rossa” (tiěshā zhǎng, 铁砂掌). Dopo i quattro anni di allenamento, Feng riusciva a rompere cinque mattoni impilati con un solo colpo di palmo.
Il matrimonio di Feng Zhiqiang
Nel 1946, all’età di 18 anni, sposò Li Yuzhen (Lǐ Yùzhēn, 李玉珍), sua compaesana. Dopo il matrimonio si stabilirono a Pechino e per tutta la vità Li Yuzhen fu di grande sostegno per Feng, aiutandolo anche a creare, sviluppare e promuovere il lo Xinyi Hunyuan Taiji Quan (xīnyì hùnyuán Tàijí quán, 心意混元太极拳).
I Maestri Hu Yaozhen e Chen Fake
Negli anni ‘40 a Pechino, due nomi sicuramente spiccavano tra i più grandi famosi artisti marziali dell’epoca: Hu Yaozhen (Hú Yàozhēn, 胡耀贞) e Chen Fake (Chén Fākē, 陈发科).
Hu YaoZhen era medico di medicina tradizionale cinese e Maestro di Liuhe Xingyi Quan (liùhé xīnyì quán, 六合心意拳). Per non dilungarsi più di tanto nelle presentazioni è forse sufficiente citare il suo soprannome: “Un dito scuote l’universo” (dān zhǐ zhèn qiánkūn, 单指震乾坤).
Chen Fake invece è stato uno dei più famosi e importanti Maestri di Taiji Quan. Anche in questo caso ci serviamo del suo soprannome per far comprendere meglio che personaggio fosse: era infatti conosciuto come “L’uomo del Taiji” (Tàijí Yī Rén, 太极一人).
L’incontro con Hu Yaozhen
Feng Zhiqiang venne presentato, dal suo Maestro, al Maestro Hu Yaozhen. Questi però criticò molto duramente l’abilità e la pratica di Feng, spiegandogli che continuando in quel modo avrebbe rovinato il suo corpo, in quanto la sua pratica era eccessivamente rigida.
Il carattere agguerrito della Tigre dagli occhi grandi non credette alle parole del Maestro Hu. Questi si ritrovò costretto a confrontarsi con Feng, per dimostrargli praticamente la veridicità delle sue parole. Si racconta che Hu Yaozhen, nel rispetto del suo soprannome, riuscì a sconfiggerlo solo con un dito.
L’incontro con Chen Fake
Come spesso accadeva in questi casi, lo sconfitto iniziò a studiare con il vincitore: Feng Zhiqiang iniziò quindi lo studio dello XingYi Quan con il maestro Hu YaoZhen.
Dopo due anni di studio e correzioni l’abilità di Feng crebbe notevolmente, focalizzandosi finalmente sulla pratica della forza morbida (chánsījìn, 缠丝劲).
Visti i progressi e l’abilità dell’allievo, il Maestro Hu presentò Feng anche al suo amico Chen Fake perché iniziasse a studiare con lui Taiji Quan. Negli otto anni successivi, Feng praticò ben sette ore al giorno con i due Maestri.
Feng Zhiqiang torna a combattere
Feng migliorò notevolmente, al punto che molti allievi di Chen Fake temevano di praticare Tui Shou (tuīshǒu, 推手) con lui, per via dei dolori che avrebbero provato. Al contrario, Feng Zhiqiang non si tirava mai indietro, comprendendo bene come il Tui Shou fosse il miglior modo per apprendere la vera abilità marziale. Quando il Maestro Chen Fake divenne vecchio, fu sempre Feng a lottare con i cinesi e gli stranieri che venivano a sfidare il suo Maestro. I suoi compagni di pratica, d’altro canto, lasciavano questo privilegio ben volentieri a Feng.
All’età di trent’anni Feng era diventato un praticante di XinYi Quan e Taiji Quan abile e famoso.
Le regole di Feng Zhiqiang…
Quando nel 1957 Chen Fake morì, Feng Zhiqiang continuava a sentirsi con i suoi fratelli di pratica. Stilò una serie di piccole regole che, secondo lui, avrebbero dovuto osservare tutti coloro che, tra i suoi amici e compagni, avessero insegnato arti marziali:
- Non creare problemi;
- Non combattere;
- Se qualcuno dovesse sfidarvi, combatterò io al vostro posto.
…e la loro applicazione
Dal momento che Feng dovette confrontarsi numerosissime volte con avversari cinesi e stranieri, è facile dedurre che queste regole furono rispettate. I confronti, tra l’altro, spaziavano anche al di là del semplice confronto fisico. Si racconta, infatti, che Feng Zhiqiang fu anche sfidato da un Maestro di QiGong (qìgōng, 气功) nella pratica meditativa. I due sarebbero dovuti restare tre giorni seduti in meditazione potendo bere solo acqua. Entrambi i Maestri superarono la sfida ma si racconta che, mentre lo sfidante, alzatosi, riuscì a malapena a camminare, Feng per dimostrare la sua ancora ottima condizione fisica, si allenò subito dopo con la sua barra di acciaio da 19kg.
In seguito, come allievo più famoso di Chen Fake, spesso Feng Zhiqiang fu chiamato a insegnare a Chenjiagou (chénjiāgōu, 陈家沟) o, viceversa, molti studenti del villaggio si recarono a Pechino per studiare con lui.
Feng Zhiqiang continua a combattere
Nel 1981 Feng fu invitato da un suo caro amico a incontrare un artista marziale americano che era in visita al Beijing PE Institute. Il suo amico non riusciva infatti a convincere il marzialista della reale efficacia del Kungfu in combattimento, e nessuno dei maestri che gli aveva fatto incontrare era riuscito a fargli cambiare idea. Conoscendo le straordinarie doti di Feng nel Tui Shou, il suo amico decise di ricorrere a lui come ultima carta da giocare. Feng notò subito come il marzialista straniero fosse incredibilmente forte nella parte superiore del corpo poco “radicato al terreno”. Feng sfruttò questa sua caratteristica per vincere l’incontro scaraventandolo per ben due volte per aria.
Episodi simili accaddero anche negli Stati Uniti nel 1986 e a Singapore nel 1988.
La morte e l’eredità
Nei suoi anni di pratica marziale il Maestro Feng Zhiqiang codificò numerosi Taolu e routine di esercizi, tra cui per esempio la 48 movimenti stile Chen, la forma che ha pulito la più tradizionale forma lunga, togliendo diversi movimenti replicati e aggiungendo dei movimenti presi da Pao Chui (pào chuí, 炮锤). Inoltre codificò i trenta esercizi del bozzolo di seta.
In seguito codificò e sviluppò un suo stile di Taiji Quan: lo Chen Shi Xin Yi Hun Yuan Taiji Quan (Chén shì xīnyì hùnyuán Tàijí quán, 陈氏心意混元太极拳).
Feng Zhi Qiang morì nel 2012 all’età di 86 anni.
Arti marziali e combattimento
Studiare un’arte marziale senza studiare le applicazioni marziali, il combattimento e cimentarsi nelle stesse, è meno surreale di quello che si creda. Negli anni recenti diversi maestri di Taiji si sono cimentati in combattimenti contro atleti dell’MMA dagli esiti oltremodo deleteri, sia per l’immagine di chi studia questa disciplina, sia per le arti marziali tradizionali cinesi in genere. Purtroppo molti maestri, di fatto, non combattono. Non si capisce davvero come conciliare un sistema così pratico e basato sull’esperienza, con l’assenza dell’esperienza più importante all’interno di tale sistema. Feng Zhiqiang non si è mai ritirato dal combattimento, ha sempre praticato Tui Shou, senza paura del “dolore”. Proprio questo suo non tirarsi indietro gli ha permesso di migliorare notevolmente. Superare la paura del dolore, superare la paura del “farsi male” e crescere, imparare, migliorarsi. Questo ci trasmette coraggio e determinazione.
Se conosci il combattimento, lo eviti
L’allenamento interno e esterno che offre il combattimento è a nostro avviso assolutamente insostituibile, soprattutto per chi pratica arti marziali. E infatti per Feng Zhiqiang stesso, il Tui Shou era il tavolo di lavoro migliore. Solo cimentarsi nel combattimento permette di capire quanto sia complesso, interiormente ed esteriormente, e quale sia realmente il nostro livello di pratica. A tal proposito fanno riflettere le tre regole che Feng Zhiqiang lasciò ai suoi compagni.
“Non creare problemi” e “Non combattere”, ci fanno pensare a dei preziosi consigli dati a chi è principiante, ma anche a chi si è convinto di essere in grado di far qualcosa che non è realmente in grado di fare. A chi appunto ha studiato un’arte marziale escludendo il combattimento. Chi ha sperimentato il combattimento, sa i rischi e le difficoltà che nasconde e lo evita il più possibile. Paradossalmente: Se conosci il combattimento lo eviti.
Proteggere chi ci sta vicino
Feng Zhiqiang viene in aiuto però di tutti coloro i quali, pur rispettando le prime due regole, non sono riusciti in nessun modo a evitare di combattere: “Se qualcuno dovesse sfidarvi, combatterò io al vostro posto”. Se queste parole in un giovane Feng Zhiqiang potevano portarci a pensare a qualcuno a cui, sotto sotto, piace menar le mani, in un Feng Zhiqiang adulto hanno tutto il sapore di uno dei grandi valori dell’arte marziale: proteggere chi ci sta vicino.
La vita di Feng Zhiqiang e i valori di cui si è fatto portavoce, sono di grande esempio per chi vuole intraprendere questa Via e per questo era per noi importante ricordarlo.
Per approfondire:
Chen Taijiquan Maestri e metodi, Davidine SV Sim & David Gaffney, traduzione di Marcello Sidoti;
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